About Me
Giano: "La sua arte esprime un moto dell'anima profondo e sofferente sempre alla ricerca di un passaggio dal mondo dell'inconscio alla realtà quotidiana. Il suo messaggio è mediato dalla figura. La forza espressiva, a volte violenta, vuole tradurre questo suo continuo e sofferto tentativo di riportare alla luce sentimenti, situazioni, paure e dolori repressi dentro di se, dal naturale accumularsi delle sovrastrutture del tempo. La continuità dei momenti di vita che trascorrono inesorabili, immersi nei ricordi, nelle angosce, nei pensieri e nella inconsapevole e infinita ricerca di un Io."
Antonello Trombadori
"HABITUS"
Dal 5 al 15 Giugno 2015, la nuova mostra di Sal Giampino (GIANO).
Sala Cavarretta - Convento del Carmine - Piazza Carmine, Marsala.
Mettiamoci a nudo! Può sembrare un’esclamazione o uno slogan dal tono superficiale, ma, invece, è un’incitazione a rendere le nostre vite libere da qualsiasi condizione di dominio. Sal Giampino/Giano, attraverso la sua espressione artistica, ci racconta, denunciandolo, che nel nostro mondo esistono abiti sociali, differenze estetiche e luoghi comuni. Nelle sue opere non troverete mai un’esaltazione del fascino esteriore o la compostezza di un canone di bellezza, ma un punto di partenza e un percorso indicativo per ri-conoscersi, guardarsi dentro, mettersi a nudo. Appunto.
Il corpo, visto come habitus del nostro spirito, viene ritratto con una rappresentazione ipertrofica che ci induce a volgere lo sguardo su noi stessi, sulla nostra “vera” identità e su i nostri aspetti più segreti e discordanti. Aspetti che il mondo esterno non ci permette di manifestare, ma che secondo il pensiero dell’artista riusciamo a rivelare durante quello che noi chiamiamo, comunemente, sogno. Ecco che l’effimera fisicità si palesa nelle istallazioni, caratterizzate da porzioni di manichino (contemporanea citazione dei ready-made “rettificati” di Duchamp), le quali alludono ad una omologazione di pensiero e appiattimento mentale.
Ma chi sei tu per giudicarmi? domanda che ricorre in tutto l'operato dell'artista e che induce l'osservatore a chiedersi: Effettivamente chi sono io?
Giano sembra recuperare le operazioni concettuali di artisti come Katharina Sieverding e Urs Luthi, che con il supporto fotografico hanno esaltato la duplice identità dell’individuo contrastando, così, la visione stereotipata delle differenze di genere. Le sue opere, inoltre, nascono da una cosciente preparazione dei supporti, i quali si contraddistinguono per l’impiego di molteplici materiali di riutilizzo. La materia viene trattata come essere vivente, essa infatti è vibrante, pastosa e compatta. La scelta delle cromie accese, spesso discordanti, esalta la funzione pungente e di denuncia sociale dell’intera opera. Un richiamo, quindi, al colore rivoluzionario dell’Espressionismo Tedesco. Tutto l’operato dell’artista può definirsi, di conseguenza, come un “percorso spiritualmente provocatorio” dove l’osservatore ha l’opportunità di riflettere su se stesso e sulla sua relazione con gli altri.
Carla Ricevuto