Pareidolia - Siamo tutti Specchi del nostro Sentire
"Soltanto nellla visione della mia personale realtà sognata, riesco a percepire l’equilibrato assetto che conduce i miei pensieri dal Càos prenatale al Càos vitale. Abbiamo, tutti, ricordi di memorie cellulari che percorrono veloci i nostri sensi. Mi impegno a fermare i miei attraverso un gesto che non è rincorsa, ma assecondamento del mio vedere naturale. Ed è così che voglio vivere: nella creazione generatrice dell’armonia che è suono di vibrazione e vibrazione di suono."
Sal Giampino
Da Venezia a Marsala!
"Pareidolia" - Siamo tutti specchi del nostro sentire
Venerdì 2 giugno verrà inaugurata la nuova personale di Sal Giampino dal titolo "Pareidolia" - Siamo tutti specchi del nostro sentire. La Sala Cavarretta del Convento del Carmine ospiterà questa nuova versione delle visioni dinamico-emozionali del noto artista marsalese, reduce dal successo ottenuto a Venezia con una sua personale dal medesimo titolo; e a Padova con la partecipazione alla mostra collettiva "Premio Internazionale Mediolanum Art Gallery" curata dal critico d'arte Giorgio Grasso, e che ha avuto quale presidente il famoso critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi.
Oltre venti nuove opere inedite, sono l'oggetto di questa sua nuova personale al Convento del Carmine di Marsala; opere che Sal Giampino condurrà all'attenzione del pubblico concittadino e dei numerosi collezionisti d'Arte della città, e non, sulle note concettuali di una filosofia artistica che lo vede visionario di una sua realtà sognata alla ricerca di un equilibrato assetto di lontane memorie cellulari patrimonio d'ognuno.
La mostra sarà visitabile fino all'11 giugno - Orari 10/13 - 18/20, anche domenica.
L’evento è curato da 4ARTS Gallery.
Interventi di: Gianna Panicola, Antonino Contiliano
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Considerato il notevole interesse suscitato nei visitatori, la mostra è stata protratta fino a Domenica 18 Giugno. Orari di Galleria.
Antonino Contiliano
Antonino Contiliano
In questa nuova personale di Salvatore Giampino (pittore) non c’è né il figurativo consueto né l’economia di uno sguardo gratis. Attenzione alla cosa pittorica presente e al presente della cosa pittorica! Due percezioni che sovrappongono segni diversi: l’oggetto artistico cromo-stratificato (con tecniche e orientamenti diversificati) e l’istante come serie di intervalli tonali e di simultaneità stemperate dei colori utilizzati. Temporalità e cromaticità su supporti che ne realizzano la plasticità semantica come una testualità a più livelli. Qui il pasto non gratis dello sguardo per il visitatore di turno! Qui il luogo, ovvero il ritaglio della tela che vuole il lavoro di una lettura impegnata. Il pegno di una fatica intellettuale che, fra colpi di spatola e spugne abrasive, si paga il godimento in cerca di una forma altra sotto la deviante defigurazione dell’azione pittorica dell’artista Sal (dettosi Giano).
Qui, allora, potremmo quasi-dire già che il bifronte Giano (pseudonimo scelto dall’artista Giampino) sia esso stesso un suggerimento per il visitatore/spettatore per orientarlo a districare il lavoro del proprio sguardo riflessivo e riflettente. Un andirivieni che si consuma e implementa fra le smagliature cromatiche e tonali (dissolventesi tra continuità e discontinuità armonica, un campo che sventaglia armonie caotiche come le evoluzioni di una massa di nubi in movimento o le pluribiforcazioni di una colonna di fumo di una sigaretta...) e le striature a geometria variabile dello spazio liscio della tela pittorica. Una superficie cioè a doppio fondo e plus-significante: una semantica di superficie e una profonda; un continuo rimando tra una lettura testuale di primo impatto immediato e il suo rimando inevitabile al lavoro non gratis della mente. Il pensiero che, in gioco sintonico con le variazioni immaginative, vuole tuttavia individuare dei sensi sottesi ed esposti al pubblico nella loro incarnazione finita dei quadri ultimati. Potenzialità simbolica comunque, i sensi virtuali – dell’opera artistica di Giampino – che dalla destrutturazione delle forme d’uso corrente mettono innanzi il conflitto semiotico che la defigurazione pittorica stessa (dell’artista Giano, Sal). La defigurazione pittorica, di per sé, non è perdita della forma.
L’artista, oltre le soggettività psico-emozionali, offre la possibilità di un suo ‘mondo di secondo grado’ – a sé –, quello dell’arte e della poesia. Possibilità che, tuttavia, si rapporta e ci rapporta sempre con quello della realtà di primo grado (il quotidiano di ogni individuo o collettività). Una relazione poietica cioè che mette il “lettore” in condizione di provare incroci ed erranze insolite, o di aggirarsi fra le distrazioni che frugano varchi o punti di passaggio visibili fra gli stessi processi dinamici e l’invisibilità perforata che li accompagna. Una tentazione del voler sapere e continuare a sognare un mondo altro, non statizzabile né dalla conoscenza né dell’azione nel mondo, lì dove, spesso, e come istanza insopprimibile, ci spinge la tentazione del delirio, il deragliamento che ci abita e abitiamo. Potremmo dire che è la condizione di uno sguardo che ascolta i suoni delle armonie caotiche, cui nessuno e nessuna cosa sfugge!
Antonino Contiliano
Gianna Panicola
Gianna Panicola
Raggiungere l’armonia attraverso la dissoluzione della figura e della tecnica pittorica stessa, è un passare sulla tela la mano, dopo aver raschiato, strofinato, lacerato, e captare quell’energia profonda che emanano le diverse stratificazioni di colore...
...Nessuna ideologia a dettare regole che incasellano l’artista in schemi espressivi definiti. Giano ha dato ascolto al proprio sentire interiore e ha atteso che si compisse il processo, chiamato “pareidolia” perché è lì che si manifesta la visione di “altro”...
... Giano mette in crisi quel difficile rapporto tra percezione soggettiva e rappresentazione oggettiva, lì dove la tecnica pittorica subisce un’ulteriore evoluzione. Non più pennelli ma spazzole abrasive, stendono, accumulano e trascinano, con movimenti verticali, orizzontali, obliqui, gli strati sovrapposti di colore, lasciandoli interagire tra di loro. E ancora sottraggono colore, creando degli accumuli di materia in modo casuale e illogico...
... Nell’atto gestuale, vi è il tentativo da parte del nostro, di far riaffiorare gli strati “primi” del colore e nelle lacerazioni, quei ricordi di memorie cellulari che percorrono veloci i nostri sensi”. Giano assiste da primo fruitore, al processo artistico “pareidolia”, al sacro momento dell’accettazione che è “pensiero imprevisto e sconosciuto alla sua stessa spiritualità senza dei”...
Gianna Panicola
Sergio Riviera
Sergio Riviera
Credo che l'astrattismo sia l'apice della scalinata artistica... dove... depurato da ogni pretesa descrittiva, rimane il gioco della tecnica e degli effetti... quindi, chi è pregno di capacità fatte di essenze rese sino alla trasparenza... è meritevole di esprimere questo primariato... CIOE' L'ESSENZA DELL'ARTE... COME IN EFFETTI E' IN GRADO DI FARE LA TUA ANIMA ... HAI TUTTA LA MIA AMMIRAZIONE.
Sergio Riviera